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Scandalosa manovra del SECO e del DFE che, se assecondata, favorirebbe il dumping salariale di Stato

jeudi 19 juin 2008 par Claude REYMOND

Bellinzona, 18 giugno 2008

Il dipartimento diretto da Doris Leuthard intende penalizzare i cantoni, e di conseguenza i disoccupati ivi residenti, che conoscono un tasso di cercatori d’impiego più elevato, cosicché, anche il Ticino, già estremamente esposto alle destabilizzazioni del mercato del lavoro avvenute a seguito dell’entrata in vigore degli accordi bilaterali ne risulterebbe estremamente penalizzato.

Se l’iniziativa di Leuthard, messa in consultazione in tutta fretta, fosse accettata, ciò equivarrebbe ad una riduzione dei finanziamenti a favore del collocamento e delle misure di formazione per un ammontare di circa 30 milioni per il canton Ginevra, di 22 milioni per il canton Vaud e di 12 milioni per il canton Ticino. Finanziamenti che sarebbero di fatto cancellati e che i cantoni, qualora volessero mantenere almeno lo standard attuale, dovrebbero accollarsi, gravando ulteriormente le casse cantonali. Insomma un nuovo trasferimento di oneri dalla Confederazione ai cantoni, alla faccia della tanto decantata politica regionale.

Approfittando della possibilità di evitare il voto parlamentare, il DFE ha messo in consultazione la revisione dell’Ordinanza sul finanziamento delle misure relative al mercato del lavoro, con l’intenzione di renderla operativa già a partire dal 1° gennaio 2009. Consultazione prevista sull’arco di un solo mese, nell’intento di mettere sotto pressione sia i partner sociali sia i cantoni che, di fatto, non avranno il tempo di estenderla, come si conviene a tutti gli interessati (la consultazione scadrà già il 4 luglio). Una decisione oltre tutto inopportuna in quanto già si sta ragionando su una modifica legislativa che affronta il tema in modo complessivo e non solo dal profilo finanziario e che dovrebbe entrare in vigore nel 2011.

Se accettata, questa proposta, istituzionalizzerebbe una discriminazione scandalosa fra i disoccupati, penalizzando tutti quelli che risiedono in cantoni con maggiori difficoltà di reinserimento, cosicché un disoccupato ticinese avrebbe diritto, per la propria riqualifica o reinserimento a soli 2’550 franchi, mentre i senza lavoro appenzellesi o urani potrebbero disporre di 3’500 franchi. Una proposta assurda e discriminatoria, che provocherebbe una rincorsa al collocamento affrettato, non importa dove e a quale condizioni, istituendo, di fatto, le condizioni per la pratica del dumping salariale di Stato.

L’USS Ticino e Moesa, respinge categoricamente questa proposta e deplora il modo con cui essa è stata messa in consultazione. L’USS chiede inoltre al Consiglio di Stato ticinese di distanziarsi con fermezza dagli obiettivi contenuti nella proposta e richiama il Consiglio federale alle sue responsabilità invitandolo a percorrere la strada del confronto sociale su larga scala in materia di misure tanto draconiane a sfavore delle persone disoccupate. L’USS esorta inoltre il Consiglio federale ad un comportamento sociale ragionevole che tenga conto della indispensabile solidarietà, elemento cardine e insostituibile per continuare a garantire il collante alla base del federalismo nazionale.

Saverio Lurati natel 079 620 39 59

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